Revenge (Italian Edition) by Manuela Ricci

Revenge (Italian Edition) by Manuela Ricci

autore:Manuela Ricci [Ricci, Manuela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Butterfly Edizioni
pubblicato: 2018-06-04T22:00:00+00:00


CAPITOLO 25

Prendo il telefono con le mani che tremano, scorro nella rubrica alla ricerca del suo numero. Chiamo, il telefono squilla, uno squillo interminabile.

«Non risponde. Desm, Alex non risponde! Perché?», grido dalla disperazione che si è già impadronita di me.

Desm non mi risponde, capisco che è agitato come me e non può rassicurarmi. Il mio cuore trema.

Sta guidando come un pazzo nel traffico della città, perché vuole raggiungere al più presto la zona.

«Se gli è successo qualcosa...»

«Smettila», mi suggerisce, stringendo il volante. «Smettila!» La sua voce è un sussurro e al contempo un grido, come un animale ferito che sta chiedendo aiuto.

Prendiamo l’uscita per il quartiere, iniziamo a vedere il fumo nero che sale verso l’alto.

«Dobbiamo parcheggiare qui. La strada è transennata», mi dice e mette l’auto sul marciapiede. Senza rendercene conto stiamo correndo.

Una folla di gente è raccolta di fronte all’edificio in fiamme.

«Permesso, permesso!», grida Desm, scansando le persone con una furia cieca.

Una volta di fronte alle transenne, proviamo a oltrepassarle, ma un poliziotto ci blocca.

«C’è mio fratello lì dentro, fatemi passare!», ringhia, afferrando la transenna e muovendola con forza dalla rabbia.

«Si calmi, stanno ancora estraendo delle persone, non posso farla avvicinare. Come si chiama suo fratello?»

«Alexandre Wood», rispondiamo all’unisono. Mi stringo al suo braccio non so se per dargli conforto o per riceverlo. Il poliziotto si allontana un attimo da noi.

Guardo le fiamme alte che stanno divorando ogni cosa. È un via vai continuo di vigili del fuoco, paramedici, poliziotti, un inferno.

Un’area triage è adibita poco distante dall’edificio, sul prato del piccolo parco che fiancheggia la palestra.

«Casey, guarda, è Casey!» Indico dei paramedici che lo portano proprio lì.

«Dove vai, Bry?», mi chiede, mentre oltrepasso le barriere e corro più veloce che posso verso di lui.

«Casey, mi senti?», domando, indossa una mascherina per l’ossigeno.

«Signorina, si sposti», mi invita un paramedico, sporgendo il suo braccio verso di me per non farmi avvicinare oltre.

Casey con movimenti lenti si sfila la maschera.

«E-Era d-dentro».

«Dove? Casey, dove?», grido mentre lo portano nell’ambulanza. Lui non mi risponde, mi guardo intorno e vedo altri ragazzi della palestra distesi sul prato. Riportano tutti delle ferite e attendono l’arrivo di altre ambulanze. Continuo a guardare ogni loro volto alla ricerca del suo.

«Signorina, non può stare qui», mi rimprovera l’agente. «Alexandre Wood ha detto, vero?», aggiunge poi.

«Sì, l’avete trovato?»

«Venga con me». Vado verso Desmond, l’agente lo fa passare e ci porta verso la sua vettura.

«Dove andiamo?»

«All’ospedale».

«L’hanno portato già lì?»

«Lo stanno portando ora». Ci sediamo nel retro dell’auto, un totale silenzio avvolge l’abitacolo. Il cuore mi sta per scoppiare fuori dal petto. Quel non sapere mi sta divorando l’anima. Desm mi guarda e mi prende la mano.

«Tranquilla», mi dice, ma vedo che il primo a non essere tranquillo è proprio lui. Cerca di fare il duro, di restare calmo ma so che dentro di lui si agita la tempesta. La gamba che balla nervosamente, il suo tamburellare con le dita sulla sua coscia.

«Anche tu», sussurro e stringo la sua mano.

L’auto si ferma di fronte all’ingresso del pronto soccorso, l’agente ci apre le portiere e ci accompagna dentro.



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